La circolare dell’Agenzia delle Entrate, 32/E, offre una panoramica dettagliata sul nuovo regime forfetario 2024, chiarificando i criteri di ammissione, permanenza e recesso da tale regime. Questo documento, che comprende anche risposte a domande specifiche del settore, si concentra sugli impatti delle modifiche legislative apportate dalla legge di Bilancio 2023. La nuova normativa stabilisce un’aliquota fissa del 15% per i titolari di partita Iva che gestiscono un’attività imprenditoriale, artistica o professionale individualmente. Da ora in poi, i contribuenti con ricavi o compensi tra 65mila e 85mila euro nell’anno 2022 sono inclusi in questo regime.
Estensione limite fatturato a 85 mila euro.
Le principali innovazioni riguardano l’estensione del limite di fatturato a 85mila euro, già effettiva dal 2023. Questo permette sia ai nuovi soggetti di accedere al regime sia a chi lo applicava già nel 2022 di restarvi. Viene inoltre introdotta una nuova causa di uscita immediata dal regime per chi supera i 100mila euro di ricavi o compensi durante l’anno.
Nuove soglie di applicazione del regime forfettario 2024
Per quanto riguarda le nuove soglie, se i ricavi o i compensi annuali superano 85mila euro ma rimangono al di sotto dei 100mila, si continua ad applicare il regime forfetario nell’anno corrente, uscendone però nell’anno successivo. Questo comporta l’aggiustamento dell’Iva non detratta. Se, invece, si superano i 100mila euro, si passa al regime ordinario nello stesso anno. In particolare, per le imposte dirette si rientra nel regime ordinario dall’inizio dell’anno, mentre per l’Iva si passa al regime ordinario dal momento del superamento della soglia, con l’aggiustamento delle fatture emesse.
La circolare risponde a domande specifiche, come la gestione del superamento del limite di 100mila euro per chi inizia l’attività in corso d’anno, e chiarisce che i contribuenti che hanno adottato la contabilità ordinaria in passato possono passare al regime forfetario dal 1° gennaio 2023, se nel 2022 hanno percepito ricavi o compensi inferiori a 85mila euro, senza dover rispettare il vincolo triennale di permanenza nel regime ordinario.
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